Dopo l’amaro Hunger e l’emotivo Shame, il regista Steve McQueen torna al cinema il 20 Febbraio con il suo nuovo film, 12 Anni Schiavo, candidato a ben 9 Premi Oscar. Traendo ispirazione dall’ autobiografia di Solomon Northup, McQueen porta sul grande schermo la vita di un uomo, segnata da un destino crudele che lo ha portato ad essere protagonista di una dura battaglia per la sopravvivenza.
Chiwetel Ejiofor interpreta Solomon Northup, un nero nato libero che vive tranquillamente nel Nord dello Stato di New York con la moglie e i figli, fino al giorno in cui viene rapito e portato al Sud per lavorare nelle piantagioni, come un vero e proprio schiavo. La sua vita perfetta si sgretola da un giorno all’altro davanti ai suoi occhi e la sua identità viene calpestata e soffocata dalla crudeltà e superbia dei suoi padroni. L’apprezzato musicista e artigiano di Saratoga Springs si ritrova a vivere le dure condizioni della gente di colore negli anni che hanno preceduto la guerra civile americana e il tema dello schiavismo americano viene affrontato senza i sentimentalismi e la nota melodrammatica del più recente The Butler. Infatti, se si conosce l’opera di Steve McQueen fino ad oggi, è facile aspettarsi un film crudo, intenso e didascalico, che non lascia molto spazio all’immaginazione, ma offre una visione realistica dell’avventura di Solomon, sottoposto a torture fisiche e psicologiche, e chiamato ogni giorno e ogni ora a difendere la sua dignità.
Ejiofor, che per questo ruolo è candidato come Miglior Attore Protagonista agli Oscar 2014, tiene in mano tutto il film regalando una delle sue migliori performance della sua carriera, facendo quasi scomparire i colleghi illustri e con maggiore esperienza come Michael Fassbender e Brad Pitt. La sua espressività e il confronto con gli altri personaggi, coinvolgono ed emozionano lo spettatore che si sente lui stesso schiavo e combatte insieme a Solomon per le oltre due ore di film. La musica che accompagna le scene è pesante, monumentale ed irrequieta, come a sottolineare la continua possibilità che accada qualcosa di terribile al protagonista e alla sua gente, e la sceneggiatura curata da John Ridley è abbastanza lineare, seppur con qualche momento troppo lento e trattenuto. 12 Anni Schiavo affronta uno dei periodi storici più raccontati sul grande schermo, ma il punto di vista è diverso, originale, e più vicino alla realtà. Il punto di vista è proprio quello di alcune persone, diverse per il colore della pelle, che improvvisamente vengono trattate peggio degli animali, senza la minima esitazione e, soprattutto senza un motivo giustificabile. La stampa internazionale ha paragonato questo film a Schindler’s List di Steven Spielberg e, infatti, come successe agli ebrei durante la Guerra Mondiale, i neri hanno realizzato da un giorno all’altro di aver perso la propria libertà, e McQueen ci permette di provare le loro emozioni, le loro paure e la loro difficoltà di sentirsi ancora uomini e donne con un valore umano superiore a quello dei loro carnefici.
newscinema.it