Il 12 novembre, settimana scorsa, si è ricordato l’anniversario della strage di Nassirya avvenuto il 12 novembre del 2003 in Iraq contro la base militare italiana e, per questo motivo, è d’obbligo suggerirvi la visione di “20 sigarette” che narra la vicenda autobiografica di Aureliano Amadei, unico civile sopravvissuto all’attentato.
Il film, datato 2010, è diretto proprio da Aureliano Amadei ed è tratto dal romanzo – Venti sigarette a Nassirya – scritto dallo stesso regista nel quale ha, secondo quando dichiarato, cercato di raccontare l’umanità delle persone, sia civili che militari, senza alcuna retorica di parte e di partito.
20 sigarette racconta di Aureliano che, in attesa della vera occasione, si diverta a fare il filmmaker nei centri sociali, finché Stefano Rolla gli propone il ruolo di assistente per un film da girare in Iraq, a Nassirya.
Aureliano, nonostante il parere contrario di genitori ed amici, accetta la proposta di Stefano e l’11 novembre arriva in Iraq in tempo per rimanere coinvolto nell’attentato dalla quale uscirà gravemente ferito.
Consiglio la visione del film perché certi fatti non vanno mai dimenticati e rimango sempre dell’idea che i morti, e ricordo che nell’attentato perirono sia italiani che iracheni, sono tutti uguali e quindi, sono decisamente, contraria all’uscita di un amico di Aureliano che, dopo la presentazione del libro, si dichiara in disaccordo con lui perché ritiene assurdo paragonare i militari italiani morti con gli iracheni.
Al film assegno 4 stelle su 5: mi è piaciuta la storia, l’ambientazione così come la recitazione degli attori principali; non svelo il perché del titolo poiché, per scoprirlo, dovrete vedere il film.