lo spettacolo di Carlo Ragone e Loredana Scaramella al Teatro Vittoria di Roma Intestamè e la perfezione fino a domenica 6.
In scena al Teatro Vittoria fino a domenica 6 novembre troviamo INTESTAME’, monologo interpretato da uno strepitoso Carlo Ragone (Intestamè e la perfezione)
per la regia di Loredana Scaramella, autrice insieme all’attore del testo di un lavoro assolutamente da non perdere.
Un lavoro complesso dalle mille facce, che suscita tante sensazioni nello spettatore, che unisce tradizione e contemporaneità: forme di linguaggio diverse, comiche e trascinanti in alcuni momenti, riflessive ed evocative in altri.
Ferdinando riceve il testamento del padre, dove legge a chi sono destinati i suoi beni.
Solo a lui, il figlio, non lascia nulla, o meglio “lascia tutto ciò che non ha fatto”.
Da questo inizio particolare, che rende Ferdinando perplesso e deluso, nasce un vero e proprio viaggio nella vita del padre, indossando una sua giacca viene trasportato letteralmente indietro nel tempo, in una Napoli degli anni 40.
Quindi la guerra, gli amori, la famiglia, le ambizioni, l’emigrazione vissuti dal padre, sono ripercorsi dal figlio Ferdinando, attraverso il racconto che Carlo Ragone articola in modi diversi.
Vive attraverso i ricordi tutto ciò che il padre non ha potuto realizzare, e lo interpreta con un racconto emozionato e coinvolgente:
la musica che lo accompagna, completa questo percorso in cui il pubblico è letteralmente trascinato, completato da pezzi cantati perfetti ed essenziali.
L’interpretazione poliedrica di Carlo Ragone non lascia spazio a dubbi: è sicuramente uno dei più bravi attori del nostro panorama teatrale.
Cantante e ballerino, oltre cha attore, ha una perfetta padronanza del corpo e della mimica:
tutte le sue parole sono accompagnate da un’espressività incisiva e spiazzante.
Coinvolge il pubblico rendendolo protagonista del suo racconto,
commuove ed emoziona con la sua capacità di rendere un sogno tangibile e fruibile da chi lo sta guardando.
Suscita la risata attraverso un dolore, questo è il meccanismo che rende INTESTAME’ un lavoro teatrale perfetto:
nulla è lasciato al caso, le parentesi in cui viene rotta la quarta parete sono motivate dal far partecipare anche il pubblico all’esperienza di salti temporali.
Dopo i primi 15 minuti gli spettatori diventano testimoni oculari di una catarsi famigliare, di un’immedesimazione che anche il protagonista realizza ripercorrendo
le esperienze principali della vita del padre come se lo fosse lui stesso, a compierle.
Raramente si vedono lavori che sappiano fondere perfettamente modernità e tradizione:
troviamo tratti della Commedia dell’Arte, del teatro classico, l’energia della modalità contemporanea di interpretazione che fa diventare fruibile al grande pubblico qualcosa che da tempo non si vedeva sul palcoscenico.
Ragone sembra mettere i piedi sui passi dei grandi che lo hanno preceduto nel corso dei decenni,
calzando perfettamente l’impronta, senza imitarli ma cogliendone perfettamente ispirazione.
Attore di formazione accademica, completa la sua formazione nel Laboratorio di Arti Sceniche di Gigi Proietti.
Ha studiato danza classica per molti anni e perfezionato il suo essere artista
con un corso di canto che ha messo l’ultimo tassello alla sua base artistica completa ed istrionica.
INTESTAME’ ha già calcato tanti palcoscenici italiani ma troviamo che sia un lavoro da far conoscere ancora e per molto tempo.
Sarebbe interessante anche farlo vedere ai ragazzi nell’ambito delle attività culturali scolastiche.
Uno spettacolo teatrale di questo tipo con la forza, passione di Carlo Ragone e la bellezza drammaturgica sarebbe in grado di far appassionare al mondo teatrale anche chi non lo conosce ancora o ci è venuto a contatto solo superficialmente.
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