Recensione
Siamo noi a salvare il teatro e lo spettacolo, o è il teatro a salvare noi? Questa domanda sembra trovare risposta nella commedia inedita “Lavori in corso”, scritta e diretta da Cristiano D’Alterio, che ha debuttato la scorsa settimana al Teatro Furio Camillo di Roma. Metateatro, cabaret, narrazione e citazioni sono gli ingredienti di una storia che parte dall’iniziativa di due ragazzi di “salvare” un teatro dalla definitiva chiusura, rilevandolo e cercando di far partire la stagione teatrale. Interessante la scelta da parte dell’autore di mantenere il nome reale degli attori che interpretano i due “direttori artistici” di questo nuovo teatro, come a voler sottolineare la contaminazione tra realtà e finzione, tra palcoscenico e vita quotidiana. Angela D’Onofrio e Cristiano D’Alterio sono i padroni di casa: molto bravi e naturali nell’interpretare se’stessi e contemporaneamente un personaggio, introducono gli spettatori in quella che sembra non essere una rappresentazione teatrale, ma piuttosto uno “spiare” da parte del pubblico, quello che accade sul palco. L’ambiente in cui si svolge la faccenda è quel teatro stesso, gli oggetti che sistemano sul palcoscenico sono effettivamente quelli e gli spazi che occupano sono effettivamente quelli che vedono gli spettatori: l’unico elemento che manca e che gli attori non “vedono” è proprio il pubblico, sarebbe stata necessaria un’interazione che avrebbe fuorviato da ciò che successivamente si racconta. Attori sedicenti tali, cantanti, suore con velleità artistiche e siciliani intraprendenti irrompono in teatro proprio mentre i due novelli direttori stanno cercando di comporre il cast dello spettacolo che avrebbe dovuto dimostrare alla proprietà che sarebbe stato proprio impossibile chiudere il teatro e che il numeroso pubblico avrebbe sostenuto il luogo procurando gli incassi per pagare le spese. Brava e disinvolta Noemi Gherrero nel ruolo della suora con la passione della recitazione; Sharon Alessandri riesce a coinvolgere e stupire gli spettatori con un’evoluzione interessante del suo personaggio che non anticipiamo perché è uno dei colpi di scena dello spettacolo. Roberto Pesaresi interpreta un siciliano e riesce a convincere di essere realmente un retrogrado “padre padrone” fin quando anche il suo personaggio subisce un cambio di intenzioni molto interessante. Fabrizio Pallotta è Achille, il cantante. Diverte con l’esordio del suo personaggio, romano e verace, ed emoziona con le canzoni che interpreta, dando vita a momenti poetici e romantici. Ci sono molte frasi interessanti che gli attori recitano nello spettacolo ma una in particolare ci ha colpito: “se non vuoi essere giudicato davvero, conviene assumere un ruolo, recitare un personaggio, così le persone giudicheranno quello che vedono e non ciò che siete realmente”. Non vi sveliamo altro di questo spettacolo da gustare a pieno, che gli attori portano in scena con l’intento di divertire e di far pensare su ciò che il teatro rappresenta nella nostra vita e quanto, troppo spesso purtroppo, sia necessario trovare espedienti per far sopravvivere i luoghi e dare linfa alle realtà in cui il gioco teatrale prende vita.
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Voto Finale
7
- Divertente
- Coinvolgente
- Interessante