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Colpi di fortuna

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Un colpo al cuore. Non ci sono altre parole per definere il nuovo cinepanettone della Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentis “Colpi di fortuna”. Una pellicola debole, nonostante un buon cast capitanato da Christian De Sica e che può contare su Francesco Mandelli, Lillo e Greg, Luca e Paolo. Le risate non arrivano e la sceneggiatura è quasi imbarazzante. Vengono proposte tre mini storie sul modello del film “Colpi di fulmine” dello scorso anno, ma questa volta oltre all’episodio in più è evidente la carenza di idee. La partecipazione dei giocatori del Napoli ravviva un pò il film, ma è solo un’illusione iniziale. Christian De Sica, ancora una volta chiamato a salvare il salvabile, ha pochissimo spazio nella pellicola ed è un peccato. Neri Parenti non convince in quello che è probabilmente il peggior film natalizio da anni.

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Nel primo episodio troviamo due amici Mario e Piero, interpretati dal duo Luca e Paolo. Piero è follemente inmamorato di Barbara e pur di vederla compra ogni giorno sigarette che non fuma presso il bar dove lavora la ragazza. Arriverà addirittura a giocare al lotto i soldi per il pranzo poichè distratto da lei. La sera stessa però Piero scopre che ha un altro e la notizia lo sconvolge al punto da vivere una notte di folli bravate. Mario la mattina dopo si sveglia e scopre che con i numeri del giorno prima hanno vinto 6 milioni di euro: finalmente potranno comprare la barca dei loro sogni! Qui iniziano però le peripezie dei due protagonisti. Piero si sveglia con una cresta da moicano e la giacca dove aveva messo la ricevuta è sparita. Gli amici dovranno ripercorrere attraverso degli indizi le avventure notturne di Piero per ritrovarla e tenere tra le mani il biglietto vincente. L’episodio può contare sulla partecipazione dei calciatori del Napoli, con in evidenza Marek Hamsik, Lorenzo Insigne e Pepe Reina.

Il secondo episodio racconta le vicende di un imprenditore di successo, Gabriele Brunelli, interpretato da Christian De Sica, che vive terrorizzato dalla sfortuna e affidandosi alla scaramanzia. L’affare di una vita per il dottor Brunelli è acquisire la lana pregiata delle capre mongole. L’operazione però non può andare in porto senza un traduttore e l’unico a conoscere questa particolare lingua è Bernardo Fossa, ruolo affidato a Francesco Mandelli. Quello che il superstizioso Brunelli non sa è che il ragazzo è uno dei più grandi iettatori della storia. La vita di Bernardo è esilerante e condita dagli episodi più surreali. La stessa azienda cade nel panico dal momento del suo arrivo, fino a che l’imprenditore decide di cacciarlo in malo modo. Arriverà però una telefonata che trasformerà questo spirale di sfiga nel colpo di fortuna più importante della sua carriera.

L’ultimo episodio è forse il più imprevidibile, ma non per questo il più riuscito. La grottesca vicenda narra di come Felice, Lillo, ex ballerino di Raffaella Carrà ora insegni danza in una casa di riposo. La sua famiglia allaragata, composta dalla moglie e quattro figli di cui due adottivi, sta per essere sconvolta da un ciclone: la chiamata di un notaio infatti annuncia che il padre è morto lasciandogli un’eredità. Quello che però Felice non sa quando si reca presso lo studio è che una parte di questo lascito sarà piuttosto “speciale”: il padre gli ha affidato infatti il fratello Walter, Greg, che ha alcune pazzie, manie e fissazioni assurde. Inizia così una convivenza che porterà la famiglia a vivere avventure degne della follia del nuovo zio. Alla fine sarà proprio il suo essere speciale a permettergli di cambiare le loro vite per sempre.

Lo scorso anno “Colpi di fulmine” nonostante la pessima regia era riuscito a regalare delle risate agli spettatori con due storie in 95′. Quest’anno nello stesso tempo si è optato per tre episodi, riducendo così all’osso lo spazio narrativo per ognuna delle vicende. Una scelta degna del personaggio folle interpretato da Greg. I film del filone natalizio, come “Natala a Miami” o “Natale a New York” solo per citarne alcuni, sono un lontano ricordo. Evitate di vederlo al cinema, risparmierete i circa 8 euro del biglietto che sarebbero oltre al danno anche la beffa.

A cura di Thomas Cardinali

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