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Bergamo, FUTURA – Ballando con Lucio

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Il Balletto di Roma al Creberg con uno spettacolo dedicato a Lucio Dalla,
da un’idea di Giampiero Solari con la regia e la coreografia di Milena Zullo

Pubblicità / tel: +39 3460730605

Venerdì 21 marzo 2014: Creberg Teatro Bergamo, Via Pizzo della Presolana, ore 21 e ore 18

Tra storie e poesie di uomini e sogni, tra mondi e racconti di ieri e di sempre, la canzone di Lucio Dalla incontra i volti e i colori della danza di oggi in FUTURA, ballando con Lucio, la nuova produzione del Balletto di Roma, attesa al CrebergTeatro Bergamo per venerdì 21 marzo alle ore 21.00, da un’idea di Giampiero Solari, con la regia e la coreografia di Milena Zullo, e la colonna sonora di Roberto Costa.

Eccellente rappresentante della migliore forma coreografica italiana e dei più innovativi slanci creativi contemporanei, il Balletto di Roma in questo spettacolo originale di musica, danza, canzoni e parole, intende omaggiare e ricordare il poliedrico artista bolognese. FUTURA, ballando con Lucio, è il frutto di un incontro di idee ed emozioni, tra la nostalgia di un’amicizia spezzata dal tempo e la memoria di una voce resa eterna dal mondo. Sono i compagni di una volta e gli ammiratori di sempre a portare in FUTURA il ricordo più vivo del musicista dai guizzi di genio, del cantautore ironico e poeta, dell’improvvisatore eclettico e instancabile.

Roberto Costa, musicista, compositore e arrangiatore, nonché storico collaboratore e amico di Lucio Dalla, ricostruisce, appositamente per la produzione del Balletto di Roma, un nuovo percorso di note e parole, tra le tracce indelebili di canzoni indimenticate e i frammenti di una voce sfuggita al tempo. Grazie alla collaborazione di Sony Music e per gentile concessione dei cugini di Lucio Dalla, a impreziosire la costruzione musicale di Costa saranno gli estratti sonori ricavati da alcuni multitraccia originali delle canzoni di Lucio. La colonna sonora di FUTURA ballando con Lucio darà nuove sfumature alla complessità degli arrangiamenti di Dalla, lasciando che la sola voce di Lucio o un unico pianoforte riempiano di emozioni i silenzi di un mondo di palcoscenici senza Lucio.

Collaborazione e amicizia legano all’artista bolognese anche Giampiero Solari, regista, drammaturgo, autore teatrale e televisivo di grande esperienza e successo, il quale affida la sua idea dello spettacolo alle abili e profonde mani della coreografa e regista romana Milena Zullo. Insieme, Solari e Zullo scelgono di condurci lungo un viaggio unico e ininterrotto che naviga tra ricordi antichi e nuove suggestioni, storici accordi e moderne influenze. Tra le parole delle canzoni di Lucio, su cui si basa la coreografia, si riscopre lo sguardo di un collezionista di immagini e vite che osservava la gente e ne incorniciava le storie. La coreografia affida alle suggestioni di uno sguardo irregolare sulla vita, la rappresentazione di canzoni disordinate che appartengono a tutti. Tra frammenti di versi e personaggi di un circo pop, il racconto dei mille fragili eroi di piazza trova in “FUTURA ballando con Lucio” il proprio palcoscenico di immagini, movimenti, luci e costumi.

Si muoveranno, tra le scenografie di Giuseppina Maurizi, persino gli oggetti di uno spazio cangiante, in mezzo alle lune, le scale e gli specchi di un’umanità che ride, piange, manifesta e sogna. Sarà la danza stessa l’espressione di un incanto tra musiche e parole generatrici di racconti. E in quell’incanto, danzeranno i protagonisti del Balletto di Roma, scoprendosi figli di quegli amanti che sognavano il domani oltre i muri del presente (Futura, 1980).

I ballerini ballano tra la commozione e la tenerezza di uomini che amano “sotto un cielo di ferro e di gesso” (Balla balla ballerino, 1980), incontro a treni di felicità provvisorie (Felicità, 1988) e in equilibrio su scale di musica e vita (Tutta la vita, 1984). Restano al loro posto le stelle dei sogni, ad attrarre sguardi e speranze di umanità rumorose, a scongiurare la caduta di polvere d’universo su una terra privata del battito. Vincerà sempre il coyote mentitore sulla più bella delle stelle e sempre trionferà la fantasia di un grido terreno sul morente splendore di un adagio celeste (Il coyote, canzone con testo di Roberto Roversi, 1973).

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