Come il titolo stesso suggerisce, lo spettacolo di Lillo & Greg, in scena al teatro Diana fino all’11 maggio, è un giallo, di chiara ispirazione ai classici romanzi di Agatha Christie (Poirot, Miss Marple). Ma chi ben conosce il duo comico sa che non possono mancare le risate.
La trama è semplice, lo svolgimento non altrettanto: Claudio “Greg” Gregori è Mallory, detective privato che conduce indagini sull’assassino della contessa Worthington, avvelenata nel suo castello, da un misterioso omicida. Tra i sospettati dell’assassinio: la nipote Margareth, l’infermiera Greta, il nipote Harry e il giovane sposo della contessa stessa, Ashton.
Questa la storia in sintesi a cui ci si appresta ad assistere, ma ecco che dopo cinque minuti dall’inizio spettacolo avviene un imprevisto: l’attore che interpreta Ashton ha un malore e il sipario viene chiuso in tutta fretta. Lo stesso Greg, in proscenio, si scusa col pubblico per l’accaduto, aggiungendo che non si sa se sia possibile ricominciare. Tra l’incredulità e gli applausi di incoraggiamento degli spettatori però basta poco perchè si sveli il gioco: il venditore di bibite in sala (Pasquale “Lillo” Petrolo), sale sul palco sostenendo di poter sostituire l’attore sentitosi male e, convinto un riluttante Greg, la commedia ricomincia con Lillo nella parte di Ashton.
Inutile dire che la messa in scena da giallo diventa una commedia comica, tutta giocata sul filo del vero/falso, con Lillo “bibitaro/attore incapace” che inizia a rovinare lo spettacolo che nella “finzione” è sotto la direzione di Greg.
Divisa in tre atti, durante le pause la messa in scena in realtà non si ferma mai: grazie ad un sipario trasparente, infatti, il pubblico assiste alle discussioni e i litigi conseguenti alla scelta di sostituzione che ha portato scompiglio tra gli interpreti. Vengono quindi svelati, sottilmente e comicamente, i fragili equilibri dei rapporti che legano gli attori di una compagnia, tra invidie, gelosie, meschinità.
Il mistero dell’assassino misterioso, nato da un’idea di Greg e scritto a quattro mani con Lillo, è una macchina ormai collaudata dalle numerose repliche, nonostante i frequenti cambi di cast.
La metateatralità della messa in scena (molto frequente negli spettacoli del duo comico) non fa che amplificare la forte struttura di base del testo, facendo risaltare il contrasto tra la presunta classica impostazione recitativa data da Greg (nella finzione) alla commedia e l’opposta mancanza di rigore teatrale di Lillo che va ad infrangere totalmente il lavoro degli attori.
Da segnalare il consueto ricco impianto scenografico che rende il tutto ancora più accattivante. La regia (quella vera stavolta) di Mauro Mandolini apporta sicuramente alcune felici novità (sia per quanto riguarda le gag, sia per quanto riguarda il testo) all’impianto originale, minandone però un poco i ritmi serrati. Tale perdita di fluidità non compromette comunque la comicità brillante di Lillo & Greg, nonché dei loro colleghi di scena, presentando, al pubblico, uno spettacolo effervescente dove non mancano, neanche per un minuto, le risate e, perché no, anche spunti di riflessione su quanto gli intramezzi “dietro-sipario” riescano a pungerci nel vivo, mettendo in risalto piccoli aspetti del carattere di ognuno di noi.
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