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I nuovi luoghi protetti dall’Unesco

Langhe e Monferrato

Da domenica 15 giugno il comitato dell’Unesco è riunito in Qatar per decidere quali nuovi siti aggiungere alla lista dei Patrimoni dell’Umanità. Fino ad ora il Comitato ha aggiunto più di 10 nuovi siti, tra cui uno anche in Italia: si tratta delle Langhe, una zona agricola in Piemonte tra le province di Cuneo ed Asti. L’incontro andrà avanti fino al 25 giugno e probabilmente in questi giorni diversi altri siti saranno aggiunti alla lista – e alcuni anche alla lista dei siti in pericolo.

Langhe, Monferrato e Roero, Italia
Il “paesaggio vitivinicolo del Piemonte”, indicato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, comprende diverse zone del basso Piemonte molto conosciute per i suoi vini e i suoi paesaggi: Langhe, Roero e Monferrato. Le Langhe sono comprese tra le province di Cuneo e di Asti, e sono a loro volta suddivise nella Bassa Langa nei pressi di Alba, nell’Alta Langa al confine con la Liguria e nella Langa Astigiana, nel sud della provincia di Asti. In piemontese con il termine Langa si indica la collina, ed è proprio sugli estesi territori collinari che da secoli si coltivano alcuni dei vini più pregiati al mondo come il Barolo, il suo parente stretto Nebbiolo, il Barbaresco, il Dolcetto e la Barbera. La zona del Monferrato è adiacente alle Langhe propriamente dette (anche se stabilire confini precisi non è semplice), e si trova tra le province di Asti e Alessandria. Oltre che per i vini – il Moscato d’Asti, per esempio – è conosciuto per i suoi borghi e per la cucina, a cominciare dagli agnolotti (pasta ripiena). Il territorio del Roero si trova nella parte nord-orientale della provincia di Cuneo, fu un’area fiorente e molto attiva in epoca medievale e molti suoi paesi portano ancora le testimonianze della sua storia. La zona è soprattutto conosciuta per i suoi vini dal Roero Arneis, un bianco secco molto gustoso, al Roero superiore. Il nome della zona deriva da quello della famiglia Roero, che dominò per diversi secoli il territorio dal medioevo in poi.

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Shahr-e Sukhteh, Iran
Si tratta delle rovine di un antico insediamento che risale all’età del bronzo. Si trova nella parte sudorientale dell’Iran, lungo il fiume Helmand. La Città Bruciata è una specie di enigma per gli archeologi. Molti degli artefatti trovati sul sito sono piuttosto diversi da quelli trovati nei siti vicini e questo spinge alcuni esperti a pensare che la Città Bruciata possa essere l’esempio di una civiltà preistorica che si è sviluppata in maniera indipendente dalle vicine civiltà mesopotamiche (che gli archeologi conoscono molto meglio).

Abbazia di Corvey, Germania
L’abbazia di Corvey venne costruita tra l’822 e l’885 lungo il fiume Weser, nel nord della Germania. La facciata dell’abbazia è tutto ciò che è rimasto degli edifici di epoca carolingia, mentre parte degli edifici più antichi si trova ancora sottoterra ed è stata soltanto parzialmente scavata dagli archeologi. L’abbazia è stata scelta dall’UNESCO perché è un esempio unico di architettura monastica di epoca carolingia e mostra l’importante relazione che all’epoca esisteva tra le amministrazioni religiose e l’impero dei discendenti di Carlo Magno.

Qhapac Ñan, Sud America
La strada degli Inca, chiamata Qhapac Ñan in lingua inca, è un sistema di strade che copre circa 30 mila chilometri lungo la catena montuosa delle Ande. È stata costruita dall’impero inca nel corso di diversi secoli e si trova lungo uno dei luoghi più impervi del mondo (il tratto più alto è a più di seimila metri di altezza). La strada è stata scelta come Patrimonio dall’Umanità per celebrare i risultati ingegneristici, sociali e architettonici raggiunti dagli inca.

Namhansanseong, Corea del Sud
Si tratta di un complesso formato da fortezze e templi sulla cima di una collina pochi chilometri a sud di Seul, la capitale della Corea del Sud. Il complesso cominciò ad essere costruito nel Settimo secolo, ma la maggior parte degli edifici che si possono vedere oggi risalgono al Diciottesimo secolo.

Via della seta, Asia
L’Unesco ha proclamato Patrimonio dell’Umanità un tratto della Via della seta, l’antica rotta carovaniera che dalla Cina arrivava sino ai porti del Levante. Si tratta del corridoio Chang’an-Tian Shan, lungo circa 5 mila chilometri, che parte dalla regione dello Xinjang, nella Cina orientale, e arriva fino ai monti dello Tian Shan, una zona che oggi è divisa tra Kazakhistan, Kirghizistan e Cina.

Gran Canale, Cina
È il canale artificiale più lungo del mondo, quasi 1.800 chilometri. Congiunge il fiume Giallo, nel nord della Cina, con lo Yangtze, nel sud. Venne costruito in varie parti tra il Quinto e il Sesto secolo. Tutti i tronconi vennero successivamente uniti intorno al Seicento.

Rani-ki-va, India
Il Rani-ki-va è uno dei più spettacolari e meglio conservati “pozzi a gradini” dell’India, un tipo particolare di struttura in cui una piscina d’acqua era raggiungibile percorrendo una serie di gradini. Il Rani-ki-va si trova nello stato del Gujarat, nella parte occidentale dell’India, e venne costruito tra l’Undicesimo e il Quattordicesimo secolo.

Cittadella di Erbil, Iraq
La Cittadella di Erbil è una fortezza costruita su una collina nella città di Erbil, o Arbil, nel Kurdistan iracheno. Le mura che circondano la cittadella risalgono al Diciannovesimo secolo, ma i primi insediamenti nell’area sono vecchi di 5 mila anni e la collina stessa non è altro che il risultato di generazioni e generazioni di persone che hanno ricostruito mura ed edifici sullo stesso luogo.

Centro storico di Gedda, l’accesso alla Mecca, Arabia Saudita
La città di Gedda, chiamata anche “la porta per la Mecca”, si trova sulla costa occidentale dell’Arabia Saudita ed è affacciata sul Mar Rosso. Gedda ha cominciato a svilupparsi nel Settimo secolo quando cominciò a diventare uno dei porti più importanti per la navigazione nell’Oceano Indiano e la principale via d’accesso per i pellegrini diretti alla Mecca. Oggi Gedda è una città con un’architettura particolare, che include case a forma di torre costruite nel Diciottesimo secolo dall’élite mercantile della città.

Terra delle olive e del vino a Battir, Palestina
Battir è una piccola città della Cisgiordania, pochi chilometri a sud di Gerusalemme. Intorno alla città c’è un terreno formato da colline e piccole valli coltivate soprattutto con viti ed olivi. La particolarità di questi terreni sono i terrazzamenti costruiti per permettere la coltivazione anche sulle pendici delle colline e i complessi impianti di irrigazione.

Mulino da seta di Tomioka, Giappone
La fabbrica di seta di Tomioka venne costruita nel 1872 a nord ovest di Tokyo. Nella fabbrica venivano svolti tutti i procedimenti che dai bachi portano alla realizzazione del tessuto. La fabbrica venne costruita con macchinari importati dalla Francia e fu una delle prime di questo tipo in tutto il Giappone. La sua costruzione fu un simbolo del rapido processo di modernizzazione che il Giappone affrontò nella seconda metà dell’Ottocento.

Fabbrica Van Nelle a Rotterdam, Paesi Bassi
Costruita nei Paesi Bassi nel 1920, Van Nellefabriek (fabbrica di Van Nelle) è uno dei principali esempi di architettura industriale del Ventesimo secolo. Si tratta di un complesso di diversi edifici dove venivano lavorati té, caffè e tabacco. Le facciate dell’edificio sono quasi tutte costruite con vetro e acciaio. L’idea dei progettisti era creare una fabbrica “ideale”, dove la luce filtrata dalle grandi vetrate creasse un ambiente piacevole per gli operai.

Antiche città Pyu, Myanmar
Le città stato di Pyu sono una serie di siti archeologici che includono le tre città murate di Halin, Beikthano e Sri Ksetra. I siti si trovano nella piana dell’Irrawady, in Myanmar. Vennero costruite all’epoca dei regni di Pyu, tra il 200 a.C. e il 900 d.C.. Tra le rovine scavate dagli archeologici ci sono palazzi reali, complessi funerari, templi buddisti ed estesi sistemi di irrigazione, alcuni dei quali vengono utilizzati ancora oggi.

Grotta Chauvet, Francia
La grotta Chauvet è uno dei più importanti siti preistorici d’Europa: si trova a Vallon-Pont-d’Arc, nell’Ardèche (regione Rhône-Alpes) e si chiama così perché è stata scoperta dallo speleologo e fotografo francese Jean-Marie Chauvet insieme a due amici, il 18 dicembre 1994. La grotta è lunga circa 500 metri e ha lunghe pareti traslucide di cristalli e cupole iridiscenti con diverse pitture sulle pareti risalenti al Paleolitico superiore. Tra le altre cose, sulle sue pareti si possono vedere anche incisioni di animali, tra cui bisonti, cavalli e rinoceronti.

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