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ESCLUSIVO – Art Spettacoli intervista Gloria Campaner

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Art Spettacoli ha intervistato l’artista Gloria Campaner che stasera si esibirà all’Expo Gate di Milano.
La performance  andrà in onda per gli ascoltatori di Radio Casa Bertallot lunedì 29 settembre alle ore 22.15
 
 

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La musica ti ha accompagnata fin da quando eri bambina: com’è stata la tua primissima lezione di pianoforte? Cosa ricordi? Prime sensazioni?

Il tutto è cominciato con un “pianofortino” giocattolo bianco e rosso, con i tasti, la coda, tutto il necessario, ma di plastica! Accarezzare i tasti di un pianoforte vero, poi, mi era sembrato un sogno..

Il tuo eclettismo ti ha portata dalla musica classica, allo ska, al jazz, alle commistioni con l’elettronica…hai mai pensato ad eventuali collaborazioni anche nel mondo del pop e del rock?

Amo tutti i tipi di musica e ho molti amici nel mondo del Rock. Perché no: non avrei paura di affrontare un’ulteriore sfida, ma bisogna sempre fare attenzione alle scelte intraprese per quanto riguarda il tipo di commistione e di fusion artistica. E’ necessario mantenere sempre chiaro il confine tra i generi, il rispetto per i vari ambiti musicali e il disegno del progetto prima di realizzarlo. Poi, certo, a volte bisogna anche buttarsi e divertirsi! Diciamo che, come pianista classica, non vorrei essere scambiata troppo facilmente per una jazzista o una “rockettara”!

Nel tempo libero che musica ascolti? A dire il vero il silenzio, nel poco tempo libero, mi sembra la miglior musica. Soprattutto avendone nelle orecchie tantissima e quasi no-stop! Quando mi dedico all’ascolto per me è importante spaziare tra diversi generi di musica; mi stimola la creatività e mi libera la mente dai pensieri. Intendo l’ascolto anche come una continua ricerca culturale per me stessa, che mi fa crescere. Ovviamente dopo ore ed ore di musica classica tendo a non ascoltarne altra, anche perché starei sempre scrupolosamente attenta ad ogni dettaglio per imparare e migliorarmi nelle interpretazioni. Quindi preferisco un bel disco di Oscar Peterson o Chet Baker, un po’ di Fado o qualche bel tango. Appena posso scarico anche la tensione andando a ballare, e in quel caso l’elettronica o la drum & bass mi fanno impazzire 😉

Com’è nata l’idea di portare la tua musica nelle favelas del Brasile? Con che obiettivo?
L’obiettivo è sempre quello di divulgazione sociale e culturale. Ormai lo faccio da qualche anno con soddisfazione.. In quei luoghi desolati i giovani non hanno nulla, nemmeno l’educazione basilare. Questo li spinge facilmente verso la delinquenza, la droga etc.. Ma ovviamente hanno la musica nel sangue, suonerebbero sempre e con oggetti rudimentali, si inventano anche strumenti musicali. A volte ho pensato che imporre la musica classica a chi ha la samba nell’anima potesse essere una forzatura, invece ho visto che la adorano e la capiscono in modo naturale. E che l’interesse c’è, quanto meno per scoprire qualcosa di nuovo, come noi possiamo essere interessati alla musica africana, orientale o sudamericana appunto..

In una tua intervista parli del fatto di sentire una “responsabilità” nella selezione dei brani da proporre al pubblico, affermi che certi tipi di scelte ti rendono portavoce di determinati messaggi: quali sono quelli che desideri trasmettere in questa fase della tua carriera?

Francamente non mi è facile pensare a una ‘fase della carriera’, ma semmai a una fase della vita, a un ritmo e a una frequenza dell’anima. Quando scelgo un programma musicale da eseguire in concerto vorrei rivolgermi al pubblico e quindi anche al prossimo. La musica è un linguaggio così universale da essere quasi disarmante. Non ci sono frontiere, né religioni, né confini politici in grado di fermarne il flusso e il messaggio. L’amore è il messaggio più sincero e forte che vorrei divulgare. E se amo quello che sto suonando, automaticamente l’energia positiva si propaga e si diffonde. Vorrei essere capace di fare questo nei confronti di chi mette a disposizione un po’ del suo tempo per ascoltarmi. Vivo il concerto come un momento di scambio preziosissimo; ecco perché cerco sempre la massima espressività interiore in quello che sto suonando, altrimenti il messaggio può non arrivare o non essere puro.

L’8 settembre sarai dj per un giorno, proponendo una selezione di brani classici: tale iniziativa a quale tipologia di pubblico è principalmente rivolta?

E’ rivolta a un pubblico certamente vario, perché sarà indirizzata agli ascoltatori della webradio indipendente di Alessio Bertallot “Casa Bertallot”. Ma principalmente mira a rivolgersi a un pubblico di ‘non addetti ai lavori’ della musica classica, persone che solitamente non frequentano le sale da concerto e i teatri e che, spero, potranno avere l’occasione di entrare in contatto con questo meraviglioso mondo.

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