Milano, Teatro San Babila
Da venerdì 10 ottobre a domenica 19 ottobre
Debora Caprioglio – Daniela Morozzi
“La vedova scaltra” di Carlo Goldoni
Elaborazione e regia Emanuele Barresi
… e la storia continua. Dopo l’ultimo spettacolo della scorsa Stagione “La donna di garbo”, ecco come primo appuntamento della nuova Stagione la seconda parte delle avventure di Rosaura, la ragazza enciclopedica inventata da Carlo Goldoni. Essendo vedova ormai da due anni, del vecchio dottor Arturo, che l’aveva sposata in punto di morte per renderla propria erede, la nostra eroina, adesso padrona nella casa in cui era entrata come domestica, dovrà scegliere il futuro nuovo marito, tra quattro illustri e strani pretendenti. La vedova in questione è Rosaura una donna ancora giovane ed avvenente che, avendo perso da due anni l’anziano marito, diviene l’oggetto del desiderio di quattro baldi nobiluomini; uno di questi è Italiano, uno Francese, uno Inglese ed uno Spagnolo. I quattro si mostrano, a turno, a Rosaura, in quella che ritengono essere la loro veste migliore. In realtà, pensando di sfoggiare le loro qualità, non fanno altro che mostrare i limiti di quello che è, nella convinzione popolare, il tratto distintivo del popolo di appartenenza. L’ Italiano si mostrerà troppo geloso e possessivo, il Francese troppo presuntuoso e frivolo, l’Inglese poco passionale e troppo pragmatico ed infine lo Spagnolo, apparirà vanaglorioso e dai modi troppo gravi.
Rosaura sceglierà tra questi il proprio futuro marito, aiutata nel proprio disegno da Marionette, una domestica che è l’altro grande personaggio femminile della commedia, una donna argutissima, ma particolarmente pigra, cosa, quest’ultima, poco commendevole per chi ha il compito di servire. Provenendo da Parigi, la domestica tenterà di convincere Rosaura a sposare il pretendente Francese. La giovane vedova però, non le darà retta e si servirà di uno spassoso stratagemma, per capire quale dei quattro gentiluomini sia il più degno di ottenere i suoi favori.
E’ la seconda commedia di carattere scritta da Carlo Goldoni, dopo La donna di garbo, ed è anche la seconda commedia della riforma goldoniana, essendo stata scritta in modo da non lasciare spazio ai “soggetti” ed alle “improvvisazioni” dei capocomici.
La vedova scaltra ebbe fin dal suo esordio un enorme successo, tanto che rimase ininterrottamente sulle scene per quindici anni