Il meta-teatro con le sue luci ed ombre. Al Teatro De’ Servi lo spettacolo diretto da Leonardo Buttaroni diverte il pubblico
Recensione
La stagione del Teatro De’ Servi prosegue con uno spettacolo particolare la cui formula funziona e diverte il pubblico.
Due visitatori dello spazio “approdano” sul palcoscenico e scambiandosi battute con un linguaggio “italiano modificato” si domandano cosa sia quel luogo dove sono arrivati. “Un tempio? Un monumento?…” proseguono le domande che rimbalzano tra loro, arrivando alla conclusione che quel posto strano che stanno calpestando, sia quello che gli umani chiamano “TEATRO”. Così inizia questo spettacolo che, attraverso una carrellata di scene che richiamano ora il teatro di prosa, ora il mondo patinato e “calcolato” della televisione, analizza i vari aspetti di una messa in scena.
Quindi troviamo il regista che dirige degli attori capricciosi, il conduttore TV che si ritrova un ospite sbagliato: un viaggio nella preparazione di uno spettacolo, nelle difficoltà di comunicazione, nell’egocentrismo degli attori che si sentono “primedonne” utilizzando la risata come veicolo principale.
Alessandro Di Somma, Marco Zordan, Diego Migeni, Yaser Mohamed mettono al servizio del pubblico la loro bravura tecnica nell’interpretare diverse tipologie di personaggio: caricato, eccessivo, naturale, comico, drammatico, intenso e grottesco sono solo alcuni dei “caratteri” che sviscerano in un veloce cambio di direzione ogni volta che si cambia “aspetto” del teatro.
Interessante il passaggio di scena, non si crea mai il “buio”, al contrario utilizzando una suggestiva parete bianca di fondo retroilluminata e dei brani “teatrali” enunciati durante il cambio degli elementi di scena, lo spettatore viene accompagnato in un’analisi di alcuni elementi che compongono il teatro.
I proiettori, il sipario, il regista, gli attori: Leonardo Buttaroni attraverso la sua regia sembra proprio aver voluto trasmettere al pubblico l’amore per l’arte del teatro, che nella sua complessità e poliedricità di aspetti, rimane suggestiva ed emozionante.
Un piccolo dizionario, veloce e divertente, di quello che vuol dire essere attore: le prove, la memoria che spesso manca al compagno di scena, la necessità egoistica di essere al centro della scena. Luci ed Ombre della ribalta, appunto come annuncia il titolo, che arrivano perfettamente a chi guarda. Viene rotta la quarta parete, coinvolgendo gli spettatori: anche in questo caso, l’attenzione e la volontà dichiarata di non dimenticare chi sta guardando i protagonisti della scena, ha lo scopo di diventare un ringraziamento alle persone che hanno lasciato a casa la paura e sono lì, pronti a dimenticare per un’ora e mezza le preoccupazioni e la situazione critica al di fuori di quell’isola di fantasia e arte.
Il Teatro De’ Servi viene premiato dalla presenza del pubblico in platea a riempire tutti i posti possibili (sempre nel pieno rispetto del protocollo anticovid19) per la sua scelta di spettacoli moderni e dinamici: danno spazio alla nuova drammaturgia che descrive gli aspetti del nostro mondo contemporaneo utilizzando spesso il vincente meccanismo comico della risata.
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Voto Finale
8
- dinamico
- metateatro coinvolgente
- bravura tecnica degli attori