Da lunedì 2 a domenica 8 marzo 2015 – al Teatro della Cooperativa di Milano
produzione Le Brugole e Anfiteatro Sud – prima nazionale
PER UNA BIOGRAFIA DELLA FAME
Liberamente ispirato al romanzo “Biografia della fame” di Amélie Nothomb
di e con Annagaia Marchioro
collaborazione alla drammaturgia di Chiara Boscaro
disegno animato dal vivo di Anna Resmini
regia Alessia Gennari
Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Amélie Nothomb, lo spettacolo è scritto dall’attrice che lo porta in scena, Annagaia Marchioro, che apre al proprio vissuto le parole della Nothomb e offre alla vicenda autobiografica narrata dalla scrittrice francese una dimensione universale, in cui ogni donna e ogni persona possa riconoscere un frammento di sé, della propria fame o della propria sazietà.
“Biografia della fame” è il racconto ironico, lieve e al tempo stesso drammatico, di un’esistenza famelica. Una donna ci racconta il suo rapporto con la fame: fin da bambina il cibo è la sua gioia, la sua divinità, la sua salvezza, la sua ossessione. La sua fame è una superfame: di zucchero, di cioccolato, di biscotti, ma soprattutto di amore e di vita, di storie e di riconoscimento. La protagonista di questa drammaturgia per attrice sola ci racconta la sua storia, una storia in cui la famiglia, la scuola, la scoperta dell’amore e dei dolori dell’adolescenza sono riletti sotto la grande lente d’ingrandimento dell’appetito. Un appetito sconfinato che serve a colmare i vuoti. Un appetito che lei stessa cerca di uccidere, scegliendo di imporre al suo corpo, diventato estraneo e nemico, l’anoressia, di cui si ammala a quattordici anni, e dalla quale si salva, dopo due anni di sofferenza fisica e mentale, anche grazie al desiderio di cercare altrove, nella scrittura e nella passione, nell’amore e, più in generale, nella semplicità della vita stessa, un nuovo sfogo alla sua fame.
Il monologo è coadiuvato, nello svolgersi del racconto, dalle immagini disegnate dal vivo dell’illustratrice Anna Resmini, che crea, intorno e in relazione al corpo dell’attrice, un universo poetico, ludico e significante, abitato da segni essenziali che svelano, spiegano, supportano, il vissuto interiore della protagonista, trasformando il monologo in un dialogo tra il corpo e l’anima, l’io e l’inconscio.
“Biografia della fame” non è solo una storia di cibo, di vuoti da trasformare in pieni: è la storia dell’amore più difficile, quello che ognuno deve a se stesso, un amore così difficile da imparare e comunicare.
Uno spettacolo per parlare di una malattia attuale. Per raccontare una guarigione. Uno spettacolo dedicato a tutte quelle donne che non si sentono abbastanza belle, abbastanza amate, che non credono di bastarsi abbastanza per essere felici. Uno spettacolo adatto a tutti quegli uomini che vogliono capire qualcosa delle donne che hanno accanto. Ed infine un lavoro necessario a far conoscere un testo da non perdere. Un romanzo che deve avere voce, soprattutto in teatro.