ATIR Teatro Ringhiera
Piazza Fabio Chiesa / via Pietro Boifava 17 – Milano
presenta
Da giovedì 16 a domenica 19 aprile 2015
[da giovedì a sabato, ore 20.45 – la domenica ore 16]
Teatro della Cooperativa
LA GABBIA
(figlia di notaio)
di Stefano Massini
inserti drammaturgici, regia e scenografia di Renato Sarti
con Federica Fabiani, Vincenza Pastore
musiche Carlo Boccadoro
disegno luci Luca Grimaldi, Marco Mosca
Finalista Premio Ubu 2006
come migliore novità italiana (o ricerca drammaturgica)
Dal 16 al 19 aprile ad ATIR Teatro Ringhiera il Teatro della Cooperativa presenta “La gabbia (Figlia di notaio)” di Stefano Massini, inserti drammaturgici, regia e scenografia di Renato Sarti con Federica Fabiani, Vincenza Pastore, musiche Carlo Boccadoro, disegno luci Luca Grimaldi, Marco Mosca.
Lo spettacolo è promosso da Circle – Circuito Lombardo Europeo per lo spettacolo dal vivo.
“Un dialogo ad altissima tensione. Dopo undici anni di silenzio una madre, scrittrice di successo, va a trovare la figlia, ex-brigatista, in prigione. Il silenzio è soffocante, più pesante delle parole stesse. Parole mai dette, per volontà o difficoltà. Una gabbia. Non solo quella fisica del carcere, ma una gabbia dell’anima. La gabbia di un dialogo da sempre rimandato, sfuggito, evitato, finché a poco a poco, nel vuoto siderale della stanza, si assiste al lento riaffiorare di discorsi perduti, occasioni mancate, e forse alla fine si troveranno possibili incroci, anche se di strade diverse.”
Con queste parole Federica Fabiani e Vincenza Pastore descrivono “La gabbia (figlia di notaio)”, spettacolo basato sul testo omonimo di Stefano Massini, su cui Renato Sarti è intervenuto con alcuni inserti drammaturgici. Due autori, per esperienza ed età molto diversi, scelgono in qualche modo di collaborare sullo stesso testo: è un fatto raro e positivo, un invito a percorrere, dal punto di vista teatrale, una nuova strada.
“Ho sempre provato una forte attrazione per quei luoghi insospettati che si rivelano, nei fatti, autentici contenitori di parole. Luoghi che sono involucri di storie, scenari inconsapevoli e costanti di relazioni umane. Fra questi spazi c’è il parlatorio del carcere. Un luogo adibito soltanto a dialoghi. Uno spazio che nasce con l’esatta vocazione di accogliere scontri, incontri, racconti, confronti. E proprio per questa vocazione acquista una potente identità teatrale. Mi interessa esaminare il rapporto lucido, spietato, che rende quelle quattro pareti spettatrici silenti dei drammi di una sterminata umanità.”
Stefano Massini