MONZA – TEATRO BINARIO 7
CORRADO D’ELIA in
IO, LUDWIG VAN BEETHOVEN
progetto, regia e interpretazione
Corrado d’Elia
assistente alla regia Andrea Finizio
scene Giovanna Angeli e Luca Ligato
luci Alessandro Tinelli
fonica Giulio Fassina
costumi Stefania Di Martino
musiche Andrea Finizio, Monica Serafini
foto di scena Angelo Redaelli
produzione
Compagnia Teatro Libero
Sabato 18 e domenica 19, Corrado d’Elia torna al Teatro Binario 7 con un omaggio al talento del compositore tedesco, Ludwig van Beethoven.
Beethoven è uno dei più grandi geni musicali mai esistiti. Non si può comprendere il genio con occhi normali, non rientra in nessuna categoria e la sua complessità non si può afferrare. Raccontarne la vita vuol dire accostarsi ad altezze umanamente insolite, rubarne per un istante la grandezza e la follia per raggiungere ebrezze ed emozioni insperate.
Così, partendo da una passione antica, Corrado d’Elia si avvicina a Beethoven con emozione per indagarne non solo i tanti misteri: la sordità, i rapporti col padre e con il suo tempo, il suo talento, gli amori, profondi e contrastati, le sue durezze, ma soprattutto la sua musica… la sua musica immortale.
E quella Nona Sinfonia, quei quattro movimenti così conosciuti e amati che hanno cambiato la storia della musica per sempre.
Perché Beethoven aspettò dieci anni per comporre la Nona? Cosa successe in quei dieci anni? Cosa cambiò nel mondo che lo circondava e cosa successe dentro di lui, e, soprattutto, come si preparò alla serata della prima rappresentazione, a Vienna, il 7 maggio del 1824?
Nelle vesti di autore, regista ed attore, d’Elia attraversa la vita del compositore a partire dall’infanzia in una famiglia di umili origini, segnata dalla difficile relazione con un padre violento, pronto a sfruttare il talento del figlio, per scandagliarne l’anima e i conflitti interiori, che hanno contribuito alla genesi delle celebri Sinfonie.
Lo spettacolo rivela il lato più intimo del carattere di Beethoven: dietro la scontrosità e la malinconia si nascondevano una profonda sensibilità e un grande disagio dovuto all’aggravarsi della sordità. Le capacità vocali e mimiche dell’attore restituiscono un ritratto più umano dell’artista, la musica senza tempo arricchisce la narrazione e la scena, apparentemente spoglia, regala nuove suggestioni grazie ai giochi di luce sulle pareti bianche.
Ci vuole tempo per raccontare la bellezza. Chiudiamo gli occhi ed ascolteremo come mai abbiamo fatto prima.