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“Birre e rivelazioni”, Tony Laudadio – dal 22 novembre al 4 dicembre

nella foto Tony Laudadio e Andrea Renzi

Piccolo Teatro Studio Melato (Via Rivoli, 6 – M2 Lanza)

dal 22 novembre al 4 dicembre 2016
Birre e rivelazioni

Pubblicità / tel: +39 3460730605

atto unico in otto birre
con Andrea Renzi e Tony Laudadio

direzione tecnica Lello Becchimanzi

suono Daghi Rondanini

scene e costumi Barbara Bessi

scritto e diretto da Tony Laudadio

produzione Teatri Uniti

“La divisione del testo in otto birre pone subito una questione centrale del testo: è una riflessione seria o è solo un delirio etilico? Come al solito”, spiega Tony Laudadio, “con quello che amo scrivere, lo spettacolo deve stare sul confine, oltrepassarlo ora da un lato ora dall’altro, ma senza mai discostarsene troppo, e non per il puro gusto della via di mezzo – l’impeccabile e incontestabile aurea mediocritas – ma soprattutto perché su quel confine si gioca, spesso, tutta la partita delle vite umane e dei loro paradossi”.

Birre e rivelazioni è un testo con due personaggi in scena e uno continuamente evocato che non compare mai. Il protagonista è quest’ultimo. La sua assenza sulla scena, illumina tutto il testo: il figlio, il giovane, la nuova generazione, con i suoi problemi, i suoi turbamenti, le scelte da compiere, la scoperta dei propri anfratti remoti.

Una visita che sembra casuale, e non lo è, discorsi che alludono, girano intorno, coprono l’oggetto vero dei pensieri, e poi trasformano le intenzioni, modificano il paesaggio interiore e puntano ad altro, a qualcosa che i protagonisti stessi non controllano e che sfocia in un finale di totale incomprensione. Questo lento e costante svelamento che, birra dopo birra, costituirà la trama di questa relazione umana, è il vero obbiettivo del testo.

Nell’arco di otto birre si scoprirà che ciò che si crede di conoscere degli altri, di chiunque ma persino del proprio stesso figlio, è il vero mistero, e quando si tratta dei nostri cari è un mistero doppio perché ci toglie lucidità. I sentimenti, pure indispensabili per essere felici, offuscano la lettura della realtà.

“Questo dialogo a due”, conclude il regista e interprete, “diventa una ricerca di verità dentro i turbamenti che la conoscenza sempre impone, specie se l’oggetto del proprio interesse è qualcuno per cui provi amore. E ad ogni svelamento una porzione di quell’amore viene messa alla prova. Fino alla prova finale e alla conoscenza più difficile: quella di se stessi. Cosa sei disposto a fare?

L’omosessualità è qui un tema centrale – i pregiudizi, le accettazioni umilianti, certi stereotipi – e però, allo stesso tempo, mano a mano diventa marginale. Il sesso, qualunque esso sia, diventa unico, univoco, universale, proprio perché in qualsiasi atto d’amore – e tra questi c’è anche il desiderio di conoscenza – la sostanza assume caratteri che vanno al di là dei corpi.”

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