Milano, Piccolo Teatro Grassi (Via Rovello, 2 – M1 Cordusio) dal 16 al 21 giugno 2015
La bottega del caffè
di Carlo Goldoni, regia di Maurizio Scaparro
con Pino Micol
e Vittorio Viviani, Manuela Morgese, Ruben Rigillo, Carla Ferraro,
Maria Angela Robustelli, Ezio Budini, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti
musiche Nicola Piovani
scene e costumi Lorenzo Cutùli, luci Maurizio Fabretti
assistente alla regia Alice Guidi, movimenti coreografici Carla Ferraro
assistente scenografo Andrea De Micheli, assistente costumista Veronica Pattuelli
produzione Fondazione Teatro della Toscana
Evento in collaborazione con Illy caffè
Spettacolo sovratitolato in inglese a cura di Prescott Studio e Montclair State University, NJ, USA
nell’ambito del progetto “Tradurre voci attraverso i continenti”
Dal 16 al 21 giugno debutta al Piccolo Teatro Grassi, in prima nazionale, La bottega del caffè di Carlo Goldoni con la regia di Maurizio Scaparro e l’interpretazione di Pino Micol. Una commedia dei sentimenti e dell’agire degli esseri umani, comune in ogni tempo e in ogni luogo: invidia, amore, odio, brama di denaro e di potere, lotta per il benessere, non sono cambiati dal Settecento a oggi. I vivaci dialoghi goldoniani scritti in dialetto toscano sono impreziositi dalle musiche originali del premio Oscar Nicola Piovani, le scene e i costumi di Lorenzo Cutùli, vincitore dell’International Opera Awards 2014 per la scenografia.
Scritta nel 1750, La bottega del caffè è una delle commedie più conosciute di Carlo Goldoni. Collocata al centro della piazza, la bottega del titolo è luogo di ritrovo di avventori abituali e di passaggio, è l’idea di un microcosmo in cui si creano incontri e scontri tra i personaggi, che litigano, si aiutano e si interessano non solo delle questioni proprie, ma anche di quelle degli altri.
“Questa Commedia ha caratteri tanto universali, che in ogni luogo ove fu ella rappresentata, credevasi fatta sul conio degli originali riconosciuti”, ha scritto Goldoni, “i miei caratteri sono umani, sono verisimili, e forse veri, ma io li traggo dalla turba universale degli uomini, e vuole il caso che alcuno in essi si riconosca. Quando ciò accade, non è mia colpa che il carattere tristo a quel vizioso somigli; ma colpa è del vizioso, che dal carattere ch’io dipingo, trovasi per sua sventura attaccato”.
“Ci sono alcuni motivi che mi spingono a questa nuova edizione di La bottega del caffè”, spiega Scaparro, “Uno di questi è il piacere di tornare a parlare di Venezia e del suo Carnevale, durante il quale la commedia si svolge, dalle prime luci dell’alba, fino a quando scende la notte. E qui Goldoni sembra prendere le distanze dalla visione magica di una delle più belle città del mondo, per descrivere una Venezia comicamente deformata, che già allora rischiava di dimenticare la sua grandezza e di cedere alle tentazioni della bottega. Non casualmente Don Marzio, il protagonista, osserva le vicende descritte (e vissute) da Goldoni attraverso un occhialetto, diabolica lente, con cui spia curiosamente i fatti, le ipocrisie e le stravaganze delle persone”.
Tra gli altri motivi d’interesse per il regista il fatto che Goldoni scriva questa opera in toscano, diventato ormai lingua franca italiana, e il rapporto stretto, come conferma la collaborazione con Nicola Piovani, tra questa commedia e la musica: già nel 1736 Goldoni aveva scritto un intermezzo musicale appunto su La bottega del caffè.
“Sappiamo quanto il caffè significhi, nel convincimento di molti, energia per la vita”, conclude Scaparro, “e anche per questo abbiamo chiesto il patrocinio di Expo 2015, che ci è stato confermato, pensando al piacere di presentare lo spettacolo a Milano in quel periodo”.