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Arrivederci ragazzi

Settimana scorsa, in occasione della Giornata della memoria, mi è capitato di rivedere Arrivederci ragazzi, film del regista francese Louis Malle datato 1987.
Il film è ispirato ad un ricordo del regista ed è ambientato in Francia, nel 1944, in piena occupazione nazista all’interno del collegio dei Carmelitani Scalzi di Fontaineblueau.
Arrivederci ragazzi racconta di Julien, mandato in collegio insieme al fratello maggiore, che incontra delle difficoltà ad ambientarsi fino a quando non arriva un nuovo compagno di classe: Jean Bonnet.
Inizialmente Julien considera Jean come un rivale ma poi, con il tempo, comincia a notare che il ragazzo è molto riservato, non riceve posta e si tiene in disparte senza farsi coinvolgere da ciò che fanno gli altri compagni.
Il protagonista, incuriosito dal nuovo arrivato, arriva a frugare nell’armadietto di Jean scoprendo, così, il perché del suo comportamento ambiguo: lui è un ebreo che, proprio in collegio, ha trovato rifugio dai nazisti.
Dopo questa scoperta fra Julien e Jean, superata la diffidenza iniziale, sboccia l’amicizia all’insegna della comune passione per la letteratura.
La vita in collegio procede senza troppi scossoni fino a quando Joseph, un ragazzo povero e zoppo che lavora come inserviente per i frati, viene licenziato perché scoperto a rubare all’interno del collegio stesso.
Il ragazzo, pieno di rabbia e di rancore, decide di fare la spia rivelando ai tedeschi la presenza di ragazzi ebrei all’interno del collegio.
Nonostante l’impegno dei frati, Jean insieme al direttore del collegio e ad altri due ebrei, vengono arrestati e deportati verso i campi di sterminio da dove, nessuno dei quattro, riuscirà a tornare.
Il titolo del film, Arrivederci ragazzi, è il saluto che il sacerdote indirizza ai proprio studenti prima di allontanarsi per sempre dal collegio.
Arrivederci ragazzi ha conquistato numerosi premi sia in Francia che all’estero; uno dei riconoscimenti più importanti ricevuti da questo film è il Leone d’oro in occasione della 65esima Mostra del cinema di Venezia.
A questo film assegno 5 su 5: è una storia che mi emoziona e coinvolge, praticamente, sempre; impressiona vedere gli effetti del nazismo abbattersi su persone innocenti che avevano come unica colpa quella di professare una religione diversa.

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