TEATRO SAN BABILA – MILANO
dal 24 ottobre al 2 novembre
Marina Thovez • Mario Zucca
Casina
di Marina Thovez da Tito Maccio Plauto
regia Marina Thovez
La celebre commedia di Plauto riscritta per due attori che si alternano a coprire tutti i ruoli: sette personaggi protagonisti, più le comparse! Storie di infedeltà coniugale, rivalità tra servi, tra genitori e figli. È il trionfo del difetto umano. Se chiedessimo a chiunque perché Plauto abbia ritratto le debolezze dell’uomo con tanta ricchezza, con così spietata fantasia, sicuramente ci sentiremmo rispondere: “perché era un grande poeta”. Giusto. Ma se lo chiedessimo a Plauto stesso, probabilmente risponderebbe: “perché fa ridere!”. Riscrivere un classico è forse un azzardo, recitare soltanto in due una commedia basata sull’intreccio lo è sicuramente. Ma sono le leggi dello spettacolo. Bisogna stupire! E cosi i due attori, rimasti soli per un artifizio che si svelerà, entrano ed escono dai personaggi sotto gli occhi del pubblico, trasformati in pochi secondi, sudano, si strappano i vestiti e la parte, pedine di un gioco più grande di loro: il teatro nel teatro, un congegno che a Plauto, maestro nel far apparire un personaggio quando meno te lo aspetti, sarebbe piaciuto molto. Gli attori sono gli ultimi due personaggi plautini post litteram, pieni di difetti, egocentrici e bugiardi, malati, malati per la risata, ma in fondo eroi, animati dalla stessa voglia di far teatro che portò Plauto ragazzino a cercare fortuna a Roma. Casina è una trovatella che è stata adottata dalla ricca coppia di Sciolgotutto e Strepitosa, ed è perciò una figlioccia ma anche una schiava, poiché di natali oscuri. I due hanno già un figlio che è innamorato proprio di Casina e vorrebbe sposarla, ma le leggi non consentono un matrimonio tra un uomo libero e una schiava. La fanciulla è talmente bella che anche il vecchio patrigno Sciolgotutto perde la testa per lei. Strepitosa, la moglie, capita l’antifona, per sottrarre la ragazza alle brame del marito combina il matrimonio di Casina col giovane scudiero Palino. Sciolgotutto la promette al fattore Olimpione, col patto che si dividano a turno la preda. Dopo vari litigi tra marito e moglie e tra i due servitori, si decide di affidare al Fato la scelta, tramite un sorteggio. Vince Olimpione, e mentre Sciolgotutto si prepara alla sua notte d’amore, le donne di casa architettano una grande beffa che manderà in bianco i due vegliardi.