MILANO – TEATRO MANZONI
Martedì 11 Aprile 2017 ore 20,45
NUOVO BALLETTO CLASSICO
direzione artistica Cosi – Stefanescu
in
COPPÉLIA
balletto in tre atti
musica di Léo Delibes
Coreografia di Marinel Stefanescu Maitre du ballet Liliana Cosi
Scene di Hristofenia Cazacu
Costumi di Marinel Stefanescu
Il balletto Coppélia si annovera senz’altro tra i capolavori del grande repertorio del balletto classico per gli ingredienti artistici calibrati perfettamente: colorito musicale vivace e romantico, una storia credibile, ambientazione facilmente riconoscibile. Lo spettacolo presentato dalla Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanescu mantiene la sua versione musicale originale e così la trama. La novità della coreografia sta nello specifico dello stile del coreografo Stefanescu: fantasia, ricchezza, inventiva e attualizzazione sia per le parti classiche che nelle danze di carattere, le mazurke e la ciardasc, sia per le pantomime e i costumi. Presentato di recente coi nuovi interpreti della Compagnia, ha riscosso lo stesso successo dei suoi inizi, mantenendo intatta la sua freschezza, lo humor, la lieve vena patetica, la gioia di vivere, il ritmo incalzante senza tempi morti. In palcoscenico accanto ai Solisti della Compagnia vedremo un folto gruppo di allievi degli ultimi anni della Scuola di balletto professionale nelle danze di assieme..
NOTE DI MARINEL STEFANESCU
“Il sogno è per i bambini il modo ideale per avvicinare cose lontane che ancora non comprendono del tutto. Il desiderio grande di conoscere e aprirsi al mondo li fa spesso sognare ad occhi aperti. Onestà e purezza, assecondate da un’innata capacità di discernere il male, fanno da guida ai bambini quando, in sogno, viaggiano nel mondo delle favole, delle magie, del loro cuore. Ho cercato di pormi dietro ai loro occhi, di capire perché da piccoli si sogna tanto e da grandi così poco …. sì, ricordo, ero capace di parlare per ore con un pupazzo di paglia, ora invece mi accorgo di comunicare a fatica con chi mi sta vicino. Forse c’è qualcosa nei bambini che i grandi non dovrebbero dimenticare, la capacità istintiva di amare l’“altro” anche quando l’altro è una bambola.”