Milano, Elfo Puccini
21 ottobre – 16 novembre | sala Shakespeare
IL VIZIO DELL’ARTE
di Alan Bennett
traduzione di Ferdinando Bruni
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni Fitz (Wystan Hugh Auden)
Elio De Capitani Henry (Benjamin Britten)/ Boyle
Ida Marinelli Kay, l’aiuto regista / May
Umberto Petranca Donald (Humprey Carpenter, il biografo)
Alessandro Bruni Ocaña Tim (Stuart), Vincenzo Zampa George, attrezzista,
Michele Radice Neil, l’autore, Matteo de Mojana Tom, pianista
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
costumi di Saverio Assumma
musiche dal vivo Matteo de Mojana
produzione Teatro dell’Elfo
Il vizio dell’arte partecipa a Milano Cuore d’Europa
PRIMA NAZIONALE
«Pensavamo che Alan Bennett non fosse in grado di ripetere il successo di The History Boys, ma con The Habit of Art è senza ombra di dubbio riuscito di nuovo a fare il botto. Irriverente e spassosa, ma anche profondamente e inaspettatamente commovente, la sua è una pièce che parla di teatro, di poesia e di musica, di etica e della paura di invecchiare, anche se sembra che Bennett, invecchiando, sia diventato più coraggioso e più ambizioso che mai. (…) Sono veramente pochi i lavori che ricordo in cui risate, commozione, ingenuità e tecnica si intrecciano con una simile abilità. The Habit of Art è sicuramente un grande successo». Così ne ha scritto The Telegraph.
Dopo la lunga, trionfale esperienza di The History Boys, Bruni e De Capitani non potevamo che condividere l’entusiasmo con cui la stampa inglese ha accolto il testo e mettere in cantiere un altro incontro con questo autore che sta pian piano diventando un nuovo componente della famiglia dell’Elfo. Proposto come lettura al Festival Garofano Verde 2013, protagonisti Bruni e De Capitani, Il vizio dell’arte (2009), con il suo intimo intreccio tra vita e arte, è apparso il testo ideale per aprire la stagione 2014/2015.
Il vizio dell’arte è un esilarante gioco di “teatro nel teatro”. Assistiamo alla prova di una nuova produzione del National Theater, intitolata Il giorno di Calibano: cuore del play è l’incontro tra Wystan Hugh Auden e Benjamin Britten, che si rivedono, ormai anziani, dopo vent’anni di lontananza. Per Bruni e De Capitani due splendidi ruoli con cui confrontarsi: il primo, che firma anche traduzione e regia con Francesco Frongia, interpreterà la parte del poeta inglese e il secondo quella del compositore. L’ironia di Bennett non emerge solo nel confronto serrato tra i due protagonisti, che si sdoppiano nei ruoli degli attori e dei loro celebri personaggi. Intorno si agitano gli altri interpreti, l’autore, il direttore di scena e i tecnici, tutti alle prese con le idiosincrasie, le insicurezze e i vizi di ogni compagnia teatrale che si rispetti, descritte con l’acutezza e la cattiveria di che le ha vissute dall’interno. Nella produzione dell’Elfo questi ruoli saranno interpretati da Ida Marinelli, Alessandro Bruni Ocaña, Umberto Petranca, Michele Radice, Vincenzo Zampa e Matteo de Mojana (al pianoforte).