Piccolo Teatro Studio (via Rivoli 6 – M2 Lanza), dall’8 al 10 novembre 2013
Miracoli a Milano
150 anni di Politecnico
Uno spettacolo di Laura Curino e Lucio Diana
con Laura Curino
e (in ordine alfabetico) Maria Maddalena Gessi, Beatrice Marzorati, Matthieu Pastore, Elisabetta Scarano
scenografia e immagini Lucio Diana
luci Claudio De Pace
testo Laura Curino
Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
In collaborazione con Politecnico di Milano
Laura Curino torna con Miracoli a Milano, dall’8 al 10 novembre 2013, questa volta al Piccolo Teatro Studio Melato, dopo che, a un anno di distanza, nel dicembre 2012, il La.S.T. Laboratorio per la sicurezza dei trasporti, al campus della Bovisa, aveva ospitato la prima nazionale di questa produzione del Piccolo Teatro appositamente realizzata per il 150° del Politecnico.
Vi racconto il “miracolo” della trasmissione della conoscenza
Politecnico, Milano. 150 anni, migliaia di vite, decine di migliaia di opere, tutto apparentemente nello spazio di 400.000 metri quadri, tra attuali e previsti.
Due cifre di spazio e tempo per definire una complessità di pensiero, progetti e realizzazioni che fin dagli albori esce dai confini della città di Milano per proiettarsi nel mondo.
Come raccontarli?
Intanto come un’interprete, cioè qualcuno che deve imparare una lingua che non è sua, per poterne tradurre qualche riga. Nel mio caso sulla scena. Ma siccome non ci sarà mai il tempo di studiarla sui banchi (non basta una vita), si parte per un viaggio, come hanno fatto i pionieri. Ci si immerge totalmente nella materia.
Come quando un bambino si inoltra nella totale novità dell’essere e sente il volo nelle braccia che lo sollevano, il mare in quelle che lo cullano, la foresta nello spazio di un giardino, il dolore nell’indecenza di uno spigolo, il male nella crudeltà di una separazione, la perdita del mondo nella lastra di uno specchio.
Come quando l’aereo decolla e tutto diventa più ampio e più piccolo insieme. Cerchi di orientarti cercando segni: una torre, una montagna, un fiume, la sagoma di un’isola e poi mano a mano che ti alzi è solo cielo che dopo un po’ smetti di guardare, perché le immagini dei pensieri diventano più forti delle nuvole.
Come quando, sott’acqua, una nuova corrente ti porta dove non sei mai stato e vedi creature che erano lì da sempre, e da anni ne sentivi parlare, e quasi le sentivi ostili, visto che non le incontravi mai, ma adesso che ti sfiorano ti fanno solo battere il cuore di meraviglia.
Come quando fai chilometri e chilometri nella pazzia di voler vedere da vicino un quadro che conosci a memoria per via delle tante riproduzioni, e un attimo prima di entrare nella sala ti chiedi se sia valsa la pena, tanta è la stanchezza, il disagio di fendere la folla, il rumore di quella scolaresca eccitata… e poi te ne stai lì, come in una bolla di stupore. Vedi lì, piccolissimo quello che avevi creduto grande, oppure potente quel che riprodotto pareva solo brillante, misterioso e sfuggente quello che la stampa laccata inchiodava alla pagina.
Un miracolo, si dice ogni volta che lo stupore travolge.
Con lo stesso sentimento di meraviglia siamo entrati al Politecnico di Milano, travolti dalla vastità della materia. Ci siamo ora alzati in volo, ora affidati alla corrente.
Abbiamo cercato punti di riferimento riconoscibili e riconosciuti, ma cercando di mantenere uno sguardo bambino, pieno di curiosità e di energia.
Abbiamo cercato il rapporto con maestri e allievi, nella scienza, come sulla scena.
Vi racconteremo storie di miracoli, santi e profani, per avvicinare qualcosa di ancora più misterioso della conoscenza, il miracolo della trasmissione della conoscenza, dell’educazione: quell’atto indispensabile e delicatissimo che può portarti non solo a trovare il mondo, ma soprattutto a non perderlo”.
Laura Curino