La recente scomparsa di Erich Priebke, condannato per aver partecipato all’organizzazione e alla realizzazione della strage delle Fosse Ardeatine, mi ha fatto ricordare un film di Costa Gavras, datato 1989, dal titolo “Music Box – prova d’accusa” che vede Jessica Lange nel ruolo della protagonista ed uno strepitoso Armin Mueller-Stahl interpretare un pensionato americano, di origine ungherese, alle prese con un’accusa tremenda: essere un criminale nazista.
Il film è ambientato negli Stati Uniti, a Chicago, dove vive Mike Lazlo, immigrato ungherese vedovo che si gode la pensione e la propria famiglia fino a quando non viene accusato di essere responsabile di omicidi e stragi in Ungheria durante la Seconda Guerra Mondiale.
A difendere Mike ci penserà la figlia Ann, Jessica Lange, avvocato di successo talmente sicura dell’innocenza del padre da condurre una battaglia legale che appassiona l’opinione pubblica e scatenando reazioni contrastanti: da una parte c’è chi ritiene Lazlo vittima di un complotto comunista dall’altra chi crede alle testimonianze dei sopravvissuti.
Nel raccontare la trama mi fermo qua poiché vi invito a vederlo e a riflettere sul fatto che le vicende passate di ciascuno di noi influiscono sul nostro futuro.