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N, io e Napoleone

Se durante le vacanze estive siete stati sull’isola d’Elba, vi sarete accorti che gli elbani sono molto legati a Napoleone che vissi lì fra il 1814 ed il 1815.
Il cinema italiano ha dedicato a questo personaggio storico, molto amato dagli isolani e meno dagli altri abitanti dei Paesi conquistati da Napoleone, un film diretto da Paolo Virzì e liberamente ispirato al romanzo di Ernesto Ferrero, N, vincitore del Premio Strega del 2000.
Il film racconta della permanenza sull’isola di Napoleone, interpretato da Daniel Auteuil, a seguito della sconfitta di Lipsia e del suo incontro con Martino Papucci, Elio Germano, un giovane insegnante che ha, da poco, perso il lavoro e che, per uno scherzo del destino, è un fervente anti-francese con un sogno proibito: assassinare l’imperatore.
Martino Papucci, su indicazione del sindaco di Portoferraio, viene presentato a Napoleone che è alla ricerca di uno scrivano poiché l’imperatore ha intenzione di scrivere le proprie memorie e, nel contempo, riordinare la propria biblioteca.
L’intento di Martino è quello di assassinare l’imperatore ma, alla fine, ne rimane così affascinato e conquistato da dimenticare il suo piano originario.
Il film non mi ha entusiasmato e, per questo motivo, assegno 2 stelle su 5; la storia funziona ma all’idea di presentare il tiranno corso sotto una luca irriverente ed inedito si contrappone tutta una serie di scene comiche che appaiono fuori luogo e non si integrano mai nel racconto.
Fra il cast spicca Massimo Ceccarini che presta il volto a Cosimo, locandiere impacciato e innamorato di Diamantina che è la sorella di Martino, con un linguaggio sorprendentemente garbato e schivo.

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