da martedì 8 a domenica 13 aprile 2014 – al Teatro della Cooperativa di Milano
Produzione Compagnia Teatrale Dionisi/Kilowatt Festival/Teatro dell’orologio Roma
Con il sostegno di Aia Taumastica/Torre dell’acquedotto/Atir Teatro Ringhiera
POTEVO ESSERE IO
testo Renata Ciaravino
con Arianna Scommegna
video e scelte musicali Elvio Longato
supervisione registica Serena Sinigaglia
assistente alla regia e collaborazione alla riduzione del testo Elvio Longato
luci Carlo Compare
set Maria Spazzi
realizzazione scene Raffaella Colombo, Lidia De Rosa, Anna Masini
Uno spettacolo dedicato ai bambini che siamo stati e che non smetteremo mai di essere, uno spettacolo dedicato a chi è sopravvissuto all’infanzia e della cui sacralità ha saputo ben poco.
I bambini coi genitori terroni che giocavano in cortile a lanciarsi palloncini con dentro le lamette, le mamme che facevano le pulizie negli ospedali, i piedi impigliati in scarpe da tennis con la punta tagliata che diventavano sandali da tennis, per risparmiare. I ragazzi che al parco si sputavano in faccia, dopo essersi tirati i capelli in una piscina comunale, che facevano la tangenziale contromano per scommessa, che facevano l’amore nei parcheggi vuoti dei supermercati. Quei bambini e ragazzi poi sono cresciuti: ognuno a procedere alla cieca cercando di salvarsi. Ma cosa ci fa salvare? E se uno si salva, veramente si è salvato? Cosa ci fa andare da una parte o dall’altra? Quante volte abbiamo detto: “Potevo essere io, e invece, poi, no.”
“Potevo essere io” è il racconto di una bambina e un bambino che diventano grandi partendo dallo stesso cortile. Niguarda. Periferia nord Milano. Due partenze, stessi presupposti, ma finali diversi. E in mezzo la vita.
Un allenatore di kick boxing, la stella emergente del pop croato, un regista di film porno, una caromante, un animatore di matrimoni sulla Paullese…
“Potevo essere io” racconta tutto questo cercando la commedia che irrompe nella commozione. Un allestimento scarno, una frontiera assunta, senza mediazioni. Una sola concessione: affianco alle parole ci sono i video, perché certe immagini evocano e insieme aiutano a non mentire. Il bambino che siamo stati è lì sgranato in super 8, mentre guarda distese di finestre dal nono piano di un palazzo senza balconi e una voce dice: “Girati, stiamo facendo il filmino. Sorridi!”.
Strepitosa prova di Arianna Scommegna, protagonista e coro di un monologo che non sembra neanche più tale. Con umorismo e malinconia, la Ciaravino disegna un lungo flashback, pieno di garbo e abilità drammaturgica. (Claudia Cannella, Hystrio)
Un magnifico regalo. Una parola scenica che fa l’amore con la vita. Una meravigliosa Arianna. (Angela Villa, Dramma.it)
Immaginazione netta, grande potenza drammatica, umoristica capacità d’indagine. (Katia Ippaso, La nuova ecologia)