8-14 maggio 2017 | Residenza Urbana Progetto TLLT Milano
RECORDARI
Per il Giorno della Memoria – Per il Giorno del Ricordo
Per il passato ed il presente da non dimenticare
Una drammaturgia in musica di e con
Debora Mancini, attrice
Simone Zanchini, fisarmonica
Daniele Longo, pianoforte
Installazioni di luce e regia audio-luci Andrea Pozzoli
Si ringrazia il regista Francesco Frongia, per lo sguardo prezioso, l’amicizia e l’affetto sincero.
Produzione: Associazione Realtà Debora Mancini
UNA DRAMMATURGIA DI MUSICA E PAROLE:
IL SENSO DEL RICORDARE DALLA SHOAH AD OGGI
“La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace”, scrive ne I sommersi e i salvati, Primo Levi, di cui quest’anno ricorre il trentennale della morte.
Partendo da questa e da altre riflessioni: sui temi del ricordare e del memorare, sul significato delle giornate istituite dal Parlamento Italiano “della memoria – 27 gennaio ” e “del ricordo – 10 febbraio” e sul valore di “recuperare la memoria” perché possano esistere un presente e un futuro diversi dal passato, Debora Mancini raccoglie documenti, testimonianze, racconti e poesie scritte da uomini e donne che hanno vissuto e, in alcuni casi, sono sopravvissuti, alla Shoah e alle stragi delle foibe.
Superato il XX secolo, detto “Il secolo dei genocidi”, il pensiero e la riflessione volgono immediatamente all’oggi, a ciò che sta ancora avvenendo, all’importanza del non–dimenticare ciò che è accaduto e che non vorremmo continui ad accadere.
Una drammaturgia in musica nata per ricordare (dal lat. re-cordis) – ricondurre al cuore, alla memoria – perché come afferma Christa Wolf: “Si comprende solo ciò che si condivide”.
E così, lo scambio tra parole e suoni diviene urlo musicale e riflessione intima e profonda, grazie a due musicisti straordinari che, con i loro strumenti, suonano, cantano, gridano, ridono, commuovono: Simone Zanchini alla fisarmonica, artista presente anche in molti lavori di Elena Bucci, e Daniele Longo al pianoforte dialogano con l’attrice Debora Mancini che, sincera e rispettosa, si fa voce dei testimoni, forte dell’importanza della poesia.
Perché, come si legge ne Il torto del soldato di Erri De Luca, “sono i poeti che porteranno la voce dei distrutti, oltre le mura, di là del recinto di filo spinato del tempo”.
L’atto unico prende spunto da numerosi testi; di alcuni verranno letti o proiettati degli estratti: Diario di Anna Frank; Il canto del popolo yiddish messo a morte, Il torto del soldato di Erri De Luca; Auschwitz spiegato a mia figlia di Annette Wieviorka; L’erba non cresceva ad Auschwitz di Mimma Paulesu Quercioli; Le 100 Anne Frank di Roberto Malini; I sommersi e i salvati di Primo Levi; Esilio di Enzo Bettiza; Il lungo esodo: Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio di Raoul Pupo; Foibe di Gianni Oliva; leggi del Parlamento Italiano.