12 dicembre 2014-6 gennaio 2015
Milano, Teatro Franco Parenti – Sala Grande
DOPPIA REPLICA 31 DICEMBRE > h18.45 (fine h20.45) e h21.45 (fine h23.45)
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA
di Eduardo De Filippo
liberamente tratto dalla commedia “La Fortuna si diverte” di Athos Setti
con Luca De Filippo
e con Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo e (in o.a.) Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero,Paola Fulciniti regia Armando Pugliese
produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
Durata 2 ore (35′ + 65′ – intervallo 20′)
Con Sogno di una notte di mezza sbornia la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone un nuovo progetto sui testi di Eduardo, in un percorso che porterà successivamente all’allestimento di “Non ti pago”, che lo stesso Eduardo definisce “una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia scritto”.
Infatti Sogno di una notte di mezza sbornia – scritta da Eduardo nel 1936- ne è il prologo naturale: si parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’ umanità dolente, che solo in questo modo ha la capacità di pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente.
Al centro della messa in scena c’è dunque il popolare gioco del lotto, dove però qui la scommessa si pone fra la vita e la morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Nello sviluppo della commedia è inoltre presenza sostanziale la comunità dei familiari e degli amici, stretta intorno al protagonista ed al suo dramma forse più per egoistico interesse personale che per solidarietà e sostegno, una comunità grazie alla quale Eduardo può declinare il carattere corale e sfaccettato della sua drammaturgia.
E poi, soprattutto, c’è il finale che non chiude, ma rilancia una sorpresa che non si consuma mai, fra gioco dell’esistenza e gioco della scena.
Ancora una volta Eduardo, in modo ironico e intelligente, pungente e raffinato, ci propone un’occasione di riflessione sul nostro modo di stare al mondo, utilizzando lo stile comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa.