Definirlo un film atteso è dire poco, dire che sia un film eccessivo, eccentrico, ‘strafatto’ e schizofrenico è in qualche modo ridurne la portata completamente folle. Eppure ci sono poche parole che descrivono meglio The Wolf of Wall Street, ultimo film di Martin Scorsese e ultima straordinaria collaborazione del regista newyorkese con un Leonardo DiCaprio in stato di grazia, anche se quando pensiamo al suo personaggio la ‘grazia’ è l’ultima parola che ci viene in mente!
La storia è quella (vera) di Jordan Belfort, broker di Wall Street che dal nulla fondò una società di successo diventando milionario a 26 anni, per poi finire a 39 anni a fare i conti con i federali. Ma l’epilogo poco felice della sua storia è solo, appunto, la fine. Quello che Scorsese ci racconta è l’ascesa e il momento di gloria, di lusso, di sfrenata follia. The Wolf of Wall Street è un film di Scorsese, nel senso che se ne sente la mano, la regia, ma soprattutto il ritmo, merito anche della fedelissima Thelma Schoonmaker, vera e propria artista del taglia e cuci in sala di montaggio.
Magnifiche sono le sequenze di mini-flashback, durante le quali si rivela, se possibile, una realtà anche più folle di quella fino ad ora mostrata. The Wolf of Wall Street è però anche un grande film di sceneggiatura, in cui Terence Winter (non a caso I Soprano sono opera sua) riesce a coniugare il turpiloquio più basso a monologhi che sono veri e propri saggi di retorica. Ma cosa sarebbe Wall Street senza il suo lupo? Leonardo è un grande attore, è risaputo e confermato da una filmografia (quasi) infallibile, lunga ormai più di 20 anni. Ma il DiCaprio di The Wolf of Wall Street è qualcosa di extra-ordinario, nel senso letterale del termine: il nostro non si ‘limita’ ad una solita e solida interpretazione intensa e drammatica, si dimostra anche in grado di reggere i momenti comici, quelli isterici (soprattutto) e rivela un insospettato senso di autoironia quando si tratta di mettersi completamente a nudo (anche questo, alla lettera) e di mettere in campo sequenze da slapstick comedy che aggiungono eccesso all’eccesso di un film che è un folle capolavoro del cinema moderno.
DiCaprio però non è solo, con lui splendono in un rutilante, vitale e dissoluto vortice di eccesso lo straordinario Jonah Hill, la sensualissima Margot Robbie, (anche per pochi minuti) Jean Dujardin, Matthew McConaughey, Jon Favreau e tutti gli altri attori e comprimari che affollano e popolano il film. Una colonna sonora strepitosa e varia (presenti Lemonheads con Mrs Robinson e Umberto Tozzi con Gloria tra gli altri) aggiunge materiale e dettagli ad un film già straripante.
Martin Scorsese ci mostra il marcio di Wall Street attraverso una storia esemplificativa di un modello dissoluto di vita, ma lo fa con cura e con amore verso ogni singolo farabutto di cui ci racconta.
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