È la società che ha prodotto i filoni popolari di maggior successo nella storia del cinema italiano: dai melò strappalacrime di Matarazzo, alla saga del neorealismo rosa di Pane amore e fantasia e Poveri, ma belli, ma anche indimenticabili capolavori: Rocco e i suoi fratelli e Il gattopardo di Visconti, Il cappotto di Lattuada, Il bidone di Fellini, I magliari di Rosi. Per quantità e qualità, oltre che per anzianità cronologica, la Titanus è la prima e più prestigiosa impresa produttiva del cinema italiano.
Gustavo Lombardo fondò la Monopolio, destinata a diventare successivamente Lombardo Film e infine Titanus, nel lontano 1904. Lo scudo con la scritta Titanus, a partire dal 1954 accompagnato dall’inconfondibile motivo musicale, quasi una carica di cavalleria, è apparso sul grande schermo centinaia di volte. La library della società, oggi attiva esclusivamente in ambito televisivo, comprende, infatti, 368 titoli.
In poche parole la storia della Titanus, forse unico esempio di studios made in Italy, ovvero una società a ciclo completo, attiva nella produzione, nella distribuzione e nell’esercizio, si intreccia e si confonde tout court con le vicende storiche del nostro cinema ed è per questo motivo che il Festival di Locarno ha deciso di dedicare la retrospettiva della prossima edizione, in programma dal 6 al 16 agosto, alla Titanus. L’ampia rassegna si concentrerà sul periodo d’oro della società dei Lombardo, il patriarca Gustavo, il figlio Goffredo, il nipote Guido, proponendo un’ampia serie di titoli realizzati dal dopoguerra agli anni Settanta, con un’attenzione rivolta anche ai film più rari e sconosciuti.
L’ambizione, infatti, è quella di far emergere la filosofia e le modalità di produzione della Titanus, un laboratorio dove, fin dalle origini, il cinema popolare e quello d’autore si confondono e si nutrono vicendevolmente. Se fu Gustavo a far esordire al cinema Totò producendo i suoi due primi film Fermo con le mani! nel 1937 e Animali pazzi due anni dopo, è in particolare per merito di Goffredo, subentrato alla guida della società alla morte del padre nel 1951, che la Titanus punta sulla serialità con la realizzazione di film a basso costo e basso rischio, privi di attori di richiamo, ma capaci di ottenere ugualmente un clamoroso successo popolare. Film come Poveri ma belli di Dino Risi, costato 72 milioni di lire nel 1957, ma capace di incassare, solo nel primo anno di sfruttamento, oltre un miliardo e di trasformare improvvisamente Marisa Allasio, Maurizio Arena, Renato Salvatori, giovani e sconosciuti attori, nei nomi più richiesti. Ma i guadagni ottenuti con questo tipo di produzione popolare, che comprende anche i già citati melò di Raffaello Matarazzo con la coppia Amedeo Nazzari-Yvonne Sanson, altra invenzione di Goffredo Lombardo, così come gli Spartacus e simili del genere epico/mitologico e nel decennio successivo degli anni ’60, con la distribuzione dei musicarelli con Morandi, la Pavone, la Caselli e Bobby Solo, Goffredo Lombardo li utilizzava per produrre raffinato cinema d’autore e, consapevole della necessità del ricambio generazionale, investendo in particolare sui giovani registi. A cavallo fra gli anni ’50 e ’60, la Titanus produce, fra gli altri, L’estate violenta e La ragazza con la valigia di Zurlini, L’assassinio e I giorni contati di Petri, Le quattro giornate di Napoli di Loy, L’isola d’Arturo di Damiani, I fidanzati di Olmi, Il disordine di Brusati.
Inoltre, consapevole che il mercato cinematografico non può limitarsi ad una dimensione nazionale, negli stessi anni Goffredo Lombardo avvia anche una serie di coproduzioni internazionali con le major di Hollywood: nascono così La maja desnuda con la star Ava Gardner, protagonista anche de La sposa bella, accanto a Dick Bogarde. Una coproduzione con la 20th Century Fox è il kolossal Sodoma e Gomorra, che, rivelatosi un flop, insieme ai costi crescenti per la produzione de Il Gattopardo di Visconti nel 1963 rischia far fallire la Titanus. Solo sacrificando l’intero patrimonio immobiliare della società, con la vendita dei teatri di posa della Farnesina, di quelli della via Appia e delle sale cinematografiche di Napoli, la Titanus riesce a proseguire l’attività, concentrandosi nel settore della distribuzione, ancora una volta puntando ad un mix di cinema popolare e film d’autore. Fra le centinaia di film distribuiti negli anni ’70 e ’80, spiccano esordi importanti: L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento, Tu mi turbi di Benigni e Immacolata e Concetta di Piscicelli, il film da Oscar Il giardino dei Finzi Contini di De Sica; grandi produzioni americane, Apocalypse Now di Coppola e Il cacciatore di Cimino, fino a La messa è finita di Nanni Moretti. L’ultimo film per il cinema prodotto dalla Titanus è Il camorrista, ovvero l’esordio dietro la macchina da presa di Giuseppe Tornatore, l’ennesima coraggiosa e bella intuizione di Goffredo Lombardo.
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