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Troiane, 22 ottobre – 2 novembre

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Milano, Piccolo Teatro Studio Melato (via Rivoli 6 – M2 Lanza)
dal 22 ottobre al 2 novembre 2014
Le Troiane. Frammenti di tragedia
da Euripide
progetto di Mitipretese
con Gianna Giachetti, Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres
scenografie e direzione tecnica Mauro De Santis
musiche Francesco Santalucia
costumi Cristina Da Rold
produzione Artisti Riuniti
in collaborazione con Mitipretese

Pubblicità / tel: +39 3460730605

Dopo avere lavorato con alcuni tra i più grandi registi italiani, nel 2006 Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti e Mariangeles Torres hanno deciso di ricavarsi uno spazio e un tempo per lavorare insieme, firmando collettivamente regia e drammaturgia di testi che raccontassero l’universo femminile da un’inedita angolazione.
Le Troiane, in scena al Teatro Studio dal 22 ottobre al 2 novembre, è una originale rivisitazione della tragedia euripidea: Ecuba, Cassandra, Elena e Andromaca simboleggiano il coraggio e la forza delle donne nel riaffermare la vita al di sopra della violenza e della guerra. Sono madri e figlie, sono sorelle e spose e soprattutto vittime, tutte. Vittime di un gioco più grande di loro e al contempo, nell’inevitabile conflitto che i loro ruoli determinano, carnefici l’una dell’altra
Lo spettacolo è stato presentato in forma di studio, in collaborazione con Luigi Saravo, nell’estate del 2013 a Tindari ed è stato replicato nei maggiori Teatri Greci e Romani.

“La scelta drammaturgica di raccontare la storia attraverso le quattro figure principali escludendo il coro e i due uomini, Menelao e Taltibio, ci ha poste di fronte alla difficoltà di lavorare sulla compresenza dei personaggi, che in Euripide non c’è. Attingendo da Omero, Euripide, Seneca, Ovidio, Sartre, Licofrone, abbiamo chiuso nella stessa cella Ecuba, Andromaca, Cassandra ed Elena e abbiamo provato ad immaginare cosa poteva succedere. Supportate dalle musiche e dai suoni eseguiti dal vivo da Francesco Santalucia, in uno spazio creato e illuminato da Mauro De Santis, abbiamo spaccato l’unità di tempo e di luogo della tragedia di Euripide. Ne è nato un andamento frammentario, un racconto non lineare, non certo, come incerta è la memoria, come incerto è il racconto di ciò che non si comprende fino in fondo, perché troppo difficile o straziante. La partecipazione al progetto di Gianna Giachetti, che nel nostro spettacolo incarna Ecuba, ci ha offerto l’occasione di individuare un punto di vista particolare nella narrazione: la memoria di un’altra generazione, la memoria della vita con le sue storie semplici ed esemplari, e la memoria del teatro con le sue storie emblematiche eppure così simili alla vita”.

Mitipretese

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