Un buon Festival, il Festival buono. Partecipiamo alla serata “d’onore”, quella importante, delle premiazioni. Una serata quasi sempre con una sua formalità, che vuole trasmettere l’importanza dell’evento.
Ci accoglie Francesca Castello (che abbiamo avuto il piacere di conoscere, qualche anno fa, come operatrice culturale nello staff del Teatro Nuovo di Arcore) ora alla Segreteria generale del Festival, membro della Commissione di selezione dei film. Il suo immancabile sorriso che tende a rendere semplice, positivo, tutto ciò che è fatica e impegno. “Ciao, benvenuti, mi fa molto piacere che siate qui”. La premessa è in piena sintonia con il clima che troviamo poi in sala, all’Auditorium San Fedele di Milano, nel quadrilatero della moda.
In effetti la Milano stimata come ricca, potente, spesso cinica, cede il passo alla Milano “dal coeur in man”. Certo, perchè la premiazione seleziona dei film “attenti” al mondo, alle sue gioie, ai suoi problemi, ai suoi drammi. Questo festival mixa in modo esemplare la ricerca della qualità cinematografica con la ricerca spasmodica di tutto quello che un film può fare per far evolvere un mondo che necessariamente ha una vorace voglia di crescere. Passano sul palco registi di tutto il mondo, interpreti, giurie di ragazzi, adulti, etnie diverse, rappresentanti di grandi aziende, banche, associazioni internazionali. I tamburi africani che estemporaneamente accompagnano la loro salita sul palco rendono omogeneo il loro essere.
Art Spettacoli applaude a piene mani, spesso con emozione e con qualche brivido che tradisce la sincera entusiastica partecipazione. Dal palco si sorride al prossimo futuro in vista dell’Expo 2015 che porterà a Milano il mondo che il Festival va a cercare nei luoghi più lontani.